Luang Prabang: dove la realtà supera l’aspettativa

A Luang Prabang ho realizzato che non posso lasciare un posto prima esserne sazio, che significa averlo girato per bene e averci passato tempo a sufficienza da sentirmi almeno un po’ a casa.

Ma sebbene fossi sazio di Luang Prabang, alla fine non ero comunque pronto a partire perché non volevo i miei nuovi amici Mathis e Paolo.

A Luang Prabang l’atmosfera è davvero magica, tanto è vero che tutto il centro del paese è patrimonio Unesco.

Ci sono tantissimi templi, si possono vedere magnifici tramonti, e l’attrazione più tipica, la  Alms giving ceremony, che si svolge ogni mattina con centinaia di monaci, anche se è diventata molto turistica resta molto emozionante.

Qui sono stato in uno dei peggiori ostelli di sempre ed anche in quello dove ho avuto la più calda accoglienza.

P.S. In fondo al video uno “fuori onda” con il momento emotivamente più difficile del mio viaggio.

Mezzi utilizzati: bus notturno, minivan e ovviamente i miei piedi!
Persone incontrate: Mathis, ragazzo francese che ama l’Italia; Paolo, italiano in viaggio da 11 mesi (di cui 6 spesi per andare da Vicenza all’Iran in bicicletta!); i ragazzi dell’0stello Ynot, mi mancano ancora oggi! Sian, studente dolce e simpatico che mi ha fermato per fare un po’ di pratica in inglese.
Cibo da ricordare: waffle al cocco deliziosi al mercato e i (free) cocktail dell’ostello per il Pi Mai
Posti memorabili: le cascate Kuang Si e la Alms giving ceremony

Vientiane e Vang Vieng: so much fun!

Sono entrato in Laos via terra, da Hanoi, con un lungo viaggio in bus di 23 ore.
Ad Hanoi in stazione avevo conosciuto Axel, un ragazzo svedese di 19 anni che stava prendendo un bus diverso ma con la stessa destinazione, per cui abbiamo deciso di trovarci a Vientiane, capitale del Laos, e viaggiare insieme per qualche giorno.

Se Vientiane non mi è piaciuta molto, a parte il lungo fiume (Mekong) e qualche bel tempio, Vang Vieng è stata una delle tappe più divertenti di tutto il mio viaggio!

Per tanti anni Vang Vieng è stato luogo di sballo (nel senso di droga) in mezzo alla natura. Dopo tanti morti il governo ha messo un freno al fenomeno: sono rimaste la natura e un divertimento più sano.

Dormire sulla casa sull’albero, fare la zipline, tuffarsi nelle lagune: sono solo alcune delle cose che ho fatto in questo angolo di Laos…il tutto con la spensieratezza di un 19enne!

Mezzi utilizzati: bus, minivan, bicicletta, tuk tuk e ovviamente i miei piedi!
Persone incontrate: Axel, 19enne svedese con cui ho viaggiato qualche giorno; Roberto e una coppia padre-figlio, pizzaioli trasferiti a Vientiane e Vang Vieng.
Cibo da ricordare: la pizza, dopo tanto tempo!
Posti memorabili: la casa sull’albero…e chi se la potrà mai dimenticare?

Sapa: verso il tetto dell’Indocina

Sapa è una delle più note mete turistiche di montagna nel nord del Vietnam, punto di partenza del famoso Fansipan, il tetto dell’Indocina, la montagna più alta del Sud Est Asiatico con i suoi 3100 metri.

Ma da molti è riconosciuta a colpo d’occhio per le i bellissimi terrazzamenti coltivati a riso.

Tutti i viaggiatori che ho incontrato in Vietnam mi dicevano di non aspettarmi troppo da Sapa perchè non era la stagione giusta: terrazze marroni e cielo grigio. Beh, si sbagliavano! Perché quando trovi le persone giuste (e con un po’ di fortuna per il meteo), la stagione è sempre perfetta!

Ho trascorso un primo giorno ad ambientarmi e girare il paese, e poi ho speso 2 giorni con una famiglia Hmong, capitanata dalle mitiche Chua e Mama Sa per un bellissimo trekking a quote più contenute, con paesaggi mozzafiato e terrazze niente male!
Ho dormito una notte a casa loro: buon cibo, tanta “happy water” (grappa di riso), e divertimento infinito con il karaoke (se vuoi ridere per le mie stonatore guarda fino in fondo il video!).

Mezzi utilizzati: treno, minibus, auto e ovviamente i miei piedi!
Persone incontrate: Mama Sa, Chua e le loro bellissime famiglie hmong; Callum e la sua fidanzata, coppia giovanissima dall’Australia; Nina dall’Olanda e Sara, ragazza italiana che sta facendo il giro del mondo…letteralmente!
Cibo da ricordare: curry con verdure e noodles, verdure pazzesche e involtini in homestay
Posti memorabili: la vista su Sapa dalla cima della montagna, le viste al tramonto sui terrazzamenti.

Hanoi e Cat Ba Island: la città e la natura più iconiche del Vietnam

Mi viene da sorridere a pensare che avevo programmato di stare solo 2 settimane in Vietnam!
Per fortuna ho seguito il consiglio di altri viaggiatori ed ho fatto il visto 30 giorni, che alla fine ho usato fino all’ultimo: solo tra Hanoi e Cat Ba Island ci ho speso quasi una settimana.

Hanoi, la capitale del Vietnam, per me è stata una bella sorpresa. E’ una metropoli da quasi 8 milioni di abitanti, ma meno moderna di Ho Chi Minh City e rappresenta un po’ di più il Vietnam che si ha in mente, quello iconico.
Il quartiere vecchio ad esempio è davvero un caos unico dalla mattina presto alla notte tarda, dove si compra e si vende di tutto, e si mangia a qualsiasi ora in strada.

Per molti viaggiatori Hanoi è la base per le escursioni in montagna (Sapa è stata la mia tappa successiva) e verso la mitica Halong Bay.
Io invece di Halong ho optato per la meno turistica Cat Ba Island da cui partono le crociere per Lan Ha Bay, che sta affianco ad Halong, ha lo stesso panorama, ma un decimo della folla.

Alla fine, se dovessi tornare in Vietnam sicuramente vorrei passare di nuovo qualche giorno ad Hanoi, ma onestamente salterei il bis ad Halong/Cat Ba (forse l’aspettative era troppo alta).

Mezzi utilizzati: bus, Grab bike, bicicletta, traghetto, barca, e ovviamente i miei piedi!
Persone incontrate: Michele, italiano (veneto!) giramondo da quando ha 20 anni; Hang, la guida universitaria con cui ho fatto il primo walking tour ad Hanoi;  Mr Tee, la guida simpaticissima durante la crociera a Cat Ba Island; Andrea, italiano che vive ad Amsterdam e con cui ho condiviso la cabina in crociera; Katuska e Samuele, dalla provincia di Varese in viaggio in Vietnam; e ho ritrovato il mio amico Serguei per una cena.
Cibo da ricordare: caffè all’uovo, banh my vegetariani deliziosi ed un infinito buffet vegano
Posti memorabili: train street…che brivido un treno che ti sfreccia a pochi cm; il museo e mausoleo di Ho Chi Minh…venerano davvero “zio Ho”!

Quanti sono 105 giorni di viaggio?

Dipende da quale unità di misura complementare si usa per il conteggio.

  • 5 paesi (Tailandia, Cambogia, Vietnam, Laos, Myanmar)
  • 37 località visitate
  • 41 tra ostelli, hotel guesthouse e homestay
  • 7 visti di ingresso (e altrettanti di uscita)
  • 3 voli interni
  • 2 voli intercontinentali
  • 3 frontiere via terra (Vietnam, Laos e Myanmar)
  • 10 bus notturni
  • 2 treni notturni
  • 1 diarrea del viggiatore (non può mancare!)
  • 5 elefanti nutriti
  • 1 crociera
  • 3 volte in kayak
  • 25 € al giorno spesi in media tra trasporti locali, dormire, mangiare, visitare (sì, è maledettamente economico)
  • Decine di nuove conoscenze sparse per l’Europa, il Sud America, l’Australia, l’Asia
  • Pochi preziosissimi nuovi veri amici con un livello di connessione superiore

105 giorni prima di partire sembravano un’eternità, ora mi sembrano scorsi velocemente, ma non volati. 
E adesso che sono terminati posso dire che sono una quantità sufficiente per uscire dalla dimensione vacanza ed entrare in quella del viaggio esperienza. Di quelli che cambiano la vita.

Sono felice di essere tornato, mi è spiaciuto lasciare il Sud Asiatico, mi mancheranno tante cose: il cibo, il clima, le persone, i templi, l’incontro con gli altri viaggiatori, la leggerezza di vivere ogni giornata per quello che è, con poca progettualità.

Phong Nha, Tam Coc e Trang An: la maestosità della natura

Phnong Nha è famosa per le sue grotte, tante, belle, differenti una dall’altra. Qui c’è anche la grotta più grande del mondo, il cui accesso è riservato a 500 persone all’anno (con un costo di migliaia di euro).

Io mi sono limitato alle più semplici ma molto beelle Paradase Cave e Dark Cave (dove ho fatto il bagno nel fango) e a qualche attività adrenalinica tipo zipline.

Tam Coc e Tran An sono invece decisamente più a nord, ma come Phnong Nha rappresentano un trionfo della natura più maestosa.

Qui il paesaggio, patrimonio Unesco, è segnato da questi faraglioni che si innalzano dal terreno come schegge, e che a Trang An si dipanano lungo il percorso di un fiume.

L’arrivo a Tam Coc segna un punto di svolta nelle mie abilità sociali come viaggiatore, avendo fatto amicizia alle 4 del mattino appena sceso dal bus con Serguei, un ragazzo francese che è diventato mio compagno di stanza e di escursioni per due giorni, rivisto poi ad Hanoi qualche giorno dopo. Incontri che spezzano la linearità del viaggio in solitaria e arricchiscono la vita di amici in giro per il mondo.

Mezzi utilizzati: sleeping bus, minivan, barca e ovviamente i miei piedi!
Persone incontrate: Serguei, ragazzo francesce da 6 mesi in giro per il mondo; una coppia inglese che gira il mondo da quasi un anno
Cibo da ricordare: l’abbondante colazione a buffet del “resort/homestay” a Tam Coc
Posti memorabili: la dark cave con il bagno nel fango a Phnog Nha e i faraglioni nel fiume a Trang An

Viaggiare ti rende il cuore tenero, ma viaggiare da solo non è per cuori teneri.

È sempre una montagna russa emotiva, una continua scoperta ma anche un addio dopo l’altro, e alcune volte gli addii sono più difficili di altri.

Alcune volte addirittura ti auguri di non trovare un nuovo amico che ti faccia sentire così bene, o di non trovare un ostello dove ti senti come a casa, perché potrai rimandare la partenza quanto vuoi, ma prima o poi dovrai andare, dire un arrivederci che sai già sarà un addio.

Ogni partenza verso una nuova meta è come un salto nel vuoto, non sai chi troverai, come ti farà sentire, come starai, e pensi che non potrà mai essere bello come è stato fino ad ora.

Lasciare Luang Prabang è la partenza più difficile fino ad ora.

Sono in aeroporto ad aspettare l’aereo, e già il fatto di partire con un volo non mi piace: volevo viaggiare solo per terra, ma i bus sono fermi alcuni giorni per il Songkran, proprio la festa che sto andando a vedere a Chiang Mai. Quindi non avevo scelte, o volo, o fermarmi a Luang Prabang 3 giorni.

Quando ieri ho prenotato il volo non avevo ancora conosciuto Paolo (italiano di Vicenza da 11 mesi in giro per l’Asia, di cui 6 in bici fino a Dubai), ritrovato il mio amico Mathis (francese amante dell’Italia, conosciuto nei primi giorni a Luang Prabang), fatto check-in all’ostello Y Not e festeggiato a secchiate d’acqua per strada. Stare a Luang Prabang allora non aveva senso.
Appena 12 ore dopo sono qui al check-in pensando di girarmi e tornare in città.

Ma tanto se non è oggi sarebbe domani: dovrei salutare i ragazzi dell’ostello, abbracciare Paolo e Mathis, l’addio ci sarebbe comunque.

Queste continue scoperte sono una delle cose più belle, ti rendono il cuore tenero anche perché le affronti con una leggerezza (per me) inedita. Eppure è proprio questo cuore tenero che poi soffre ad ogni partenza.

Tra Hoi An e Hue: meraviglie nel centro del Vietnam

Mi avevano detto che Hoi An era meravigliosa ed avevano ragione. Certo, è invasa dai turisti, ma si riesce ancora a scoprire qualche angolo più tranquillo.

Inoltre da Hoi An si può fare una fuga al mare ed andare a seguire un bel corso di cucina, anche vegetariana.

Dopo Hoi An Hue è un “ritorno alla realtà”, perché la città è davvero insignificante, mentre la cittadella imperiale bella, anche se non mi ha emozionato.

Tra le due tappe ho viaggiato su un bus turistico (con ulteriori tappe intermedie) dove ho conosciuto due ragazze italiane, Azzurra e Anna, molto simpatiche, cui abbiamo condiviso una giornata di chiacchiere e risate.

Purtroppo a Hue non ho avuto il tempo di visitare le tombe, che pare siano meravigliose, perché un treno, il mio primo treno in Vietnam, mi aspettava per andare più a nord.

Mezzi utilizzati: sleeping bus, bus, barca, barchetta tonda, bicicletta e ovviamente i miei piedi!
Persone incontrate: Azzurra e Anna, viaggiatrici rock da Milano; Ly, proprietaria di un ostello gestito con amore a Hoi An; i ragazzi dell’ostello di Ly con cui ho cucinato e bevuto
Cibo da ricordare: il banh my vegeriano più gustoso di sempre (Hue) e il Cao Lau vegetariano (Hoi An)…e il cibo cucinato da me, ovviamente!
Posti memorabili: il lungo fiume di Hoi An la sera e i templi della cittadella imperiale di Hue

Da Lat: cascate, fragole, caffè e un progetto per l’istruzione dei bambini

Da Lat è bella e ha molto da offrire, ma quello che più mi ha dato è stata un’esperienza speciale: poter conoscere e passare qualche giorno con Patrick e i suoi amici alla scoperta del suo progetto “Light Up Your Dreams”, a cui ho anche dedicato un video specifico.

La bellezza delle cascate, delle coltivazioni di fiori, caffé e fragole, gli edifici e templi kitsch sono passati in secondo piano…però ho deciso di mostrarli comunque in questo video 🙂

I 4 giorni passati qui sono anche stati il consacramento definitivo, dopo il battesimo di Ho Chi Minh City, del mio ruolo di passeggero su uno scooter: ci ho passato così tante ore tra le montagne!

Mezzi utilizzati: bus, scooter e ovviamente i miei piedi!
Persone incontrate: Patrick, 22enne di un piccolo villaggio che ha avviato il progetto “Light up your dreams” che mi ha totalmente conquistato; gli amici di Patrick e i bambini a cui Patrick insegna inglese
Cibo da ricordare: crispy tofu con crema di pomodoro (cucinata da Patrick), curry vegetariano, il mango e la papaya più buoni che abbia mai assaggiato
Posti memorabili: non si vede nel video, ma sono stato in un bar chiamato “Maze” (labirinto) che è davvero incredibile e ricorda la Crazy House.

Il Vietnam mi ha accolto subito alla grande

L’ingresso in Vietnam dalla Cambogia, via bus è stato “avventuroso”: l’autista voleva 50 dollari (tangente) per farmi passare con il visto elettronico che mi ero procurato. Sono stato gentile, ho fatto una ristata, e sono passato senza.

Poi però arrivato a Ho Chi Min City (Saigon) sono stato accolto più che bene! Si dice “quanto è piccolo il mondo”? In una città di oltre 8.000.000 di abitanti ho incontrato per caso il mio amico Mason, conosciuto a Bangkok. Lui vive lì e sapeva che arrivato, ma ci siamo incontrati per caso!

Ho Chi Min è pazzesca, molto occidentale sia per i palazzi storici (epoca coloniale), sia per quelli moderni, con grattacieli imponenti.

Da lì il tour al delta del Mekong è un classico. Per me non è stato eccezionale, ma sicuramente può valere la pena farlo, almeno per i caotici mercati galleggianti.

E poi, grazie all’invito di Mason sono andato a Mui Né, una località di mare a nord di Saigon, dove sono stato in un bellissimo, super economico e molto divertente ostello a riposare un po’.

Guarda il video fino in fondo se vuoi vedermi cadere in acqua preso a colpi di cuscino!

Mezzi utilizzati: bus, sleeping bus, minibus, auto, scooter (Grab), barche piccole e grandi
Persone incontrate: Mason, conosciuto a Bangkok e ritrovato qui; Vinh, ragazzo indicano che vive a Melbourne; Maor, da Tel Aviv in giro per il sud est asiatico; King, signore malese con cui ho condiviso il tour sul Mekong; Julius e il suo compagno, trasferiti in Vietnam dall’est Europa.
Cibo mangiato: oltre ai sempre presente noodles e riso con verdure, spring rolls freschi e fritti, tofu con verdure, zuppe varie in un ristorante vegano buonissimo e soprattutto banh mi vegetariani (baguette farcite, lo snack da strada più comune in Vietnam)
Posto più bello visitato: la torre Bitexco a Ho Chi Minh City per il tramonto