Thailandia, prove generali del viaggio sabbatico

19 giorni, tanti ne sono passati dalla mia partenza. Quello che ho visto e fatto si vede nei video e nelle foto, in buona parte. Con gli articoli ho cercato anche di raccontare cibi, persone, mezzi di trasporto.

E mentre il blog si arricchisce anche con pagine sui libri letti, gli ostelli scelti e altro ancora, quello che manca è un bilancio su come sono veramente andate queste settimane in Thailandia (che per inciso tornerò a visitare ad aprile e a maggio).

Bene, meglio del previsto

2 lacrime in aeroporto, shock al risveglio in aereo, 2 giorni per ambientarmi. E poi tutto liscio, nessun problema ad abituarmi al cibo, al casino, agli ostelli, ai mezzi locali, al non capire il 90% delle scritte e l’accento Thai-English.

Potrebbe andare meglio

Il punto è che mi sono portato dietro un pezzo troppo ingombrante di me stesso. La scarsa socievolezza, la necessità di avere il controllo, la mania di perfezione e tutte quelle caratteristiche che sono venuto qui per perdere.

Anche il fatto che ne stia scrivendo è una testimonianza di quanto ne sia affetto!

Ma intendiamoci, siamo all’inizio, questa era la prova generale ed è andata bene. È stato meno di un quinto del viaggio, ora, con la Cambogia, si fa sul serio (da tutti i punti di vista).

P.s. Una soddisfazione: il mio zaino è davvero piccolo rispetto ad altri viaggiatori e penso pure di avere con me fin troppe cose 😊

I primi giorni al mare: Ao Nang

Volevo fare un unico video per tutto il tempo passato al mare in Thailandia, ma vivendo questa esperienza mi sono reso conto che ci sono due parti distinte da raccontare. E questa è la prima.

Dopo Bangkok e le antiche capitali nel centro avevo proprio voglia di scoprire le tanto apprezzate spiagge tailandesi, di rilassarmi un po’ e di perdere il colorito bianco mozzarella sul corpo.

Un bus notturno mi ha portato a Krabi, da lì un tuk tuk al mio ostello ad Ao Nang, località di mare molto più mondana di quello che mi aspettassi.

Ma per fortuna a pochi minuti di barca spiagge belle e curiosità da scoprire non sono mancate.

Mezzi utilizzati: bus notturno, tuk tuk, long tail boat e ovviamente i miei piedi!
Persone incontrate: Ball guardiano di notte in ostello, Ru indonesiano trasferito a Bangkok, Arnie olandese in vacanza e Beba viaggiatrice cilena
Cibo mangiato: pad thai, riso con le verdure, papaya salad, pancake al mango, cocco fresco
Posto più bello visitato: Ao Phra Nang Beach, una spiaggia incantevole che si raggiunte solo in barca!

Il centro: Ayutthaya e Lopburi

In questo secondo video vi mostro un po’ del centro della Thailandia: due località in particolare che sono state capitali del Siam (precedente nome del paese) e che quindi hanno grandiosi (rovine di) templi.

Ormai a Bangkok mi stavo ambientando, e lasciare la città per viaggiare mi spaventava un po’, ma invece è stato divertente ed interessante!

Quindi prima tappa Ayutthaya, molto popolare anche per viaggi di una giornata da Bangkok, esplorata insieme a Jed. Lì ho dormito nell’ostello più bello fino ad ora, nel video si vede bene e parlo anche del costo ridicolo!

Viaggiare per la prima volta con il treno locale è stato divertente: super economico (40 centesimi di euro) e pieno di venditori di cibo che passano di continuo.

La seconda tappa, completamente in solitaria, è stata Lopburi, meno turistica ma famosa per le scimmie. Chi vuole scimmie deve assolutamente andare lì!

Lasciata Lopburi in treno sono tornato a Bangkok per prendere un bus notturnoverso il sud, verso il mare delle Andamane, prima Krabi-Ao Nang e poi Koh Lanta, da cui sto scrivendo questo post. Ma questa…sarà la prossima storia!

Mezzi utilizzati: treni locali, barca, bicicletta, Grab (Uber locale) e ovviamente i miei piedi!
Persone incontrate: Jed filippino nomade digitale (all’incirca), Mike tailandese che lavora nell’esercito
Cibo mangiato: pad thai e noodles con le verdure, melarosa o meglio Chom-poo (a metà tra una mela e una pera), banane, semi di anguria, curry e riso indiani
Posto più bello visitato: Lopburi, piena di scimmie!

Il viaggio e Bangkok

Questo primo video racconta del viaggio di partenza e dei primi giorni a Bangkok: luoghi, mezzi di trasporto, cibo, persone e templi, templi, templi 🙂

Sono partito il 23/01 da Malpensa con un volo British Airways per Londra, dove mi sono imbarcato per Bangkok: ora locale di sbarco le 15.30 circa.

La prima mezza giornata in città è quindi andata in recupero per il fuso orario e la stanchezza del viaggio, esplorando un po’ i paraggi dell’ostello, nella zona Silom. Avevo prenotato 4 notti, alla fine ne sono rimasto 5.

I primi 2 giorni sono stati abbastanza difficili per lo “shock” dell’impatto con l’Asia e con Bangkok in particolare: cibo per strada, traffico smog e rumore, persone gentilissime, fili della luce intrecciati come spaghetti scotti.

Ma sopratutto per un paio di giorni non è stato per me facile socializzare. Chi mi conosce lo sa, non sono esattamente il tipo che attacca bottone facilmente!

Però la colazione in ostello è stata salvifica (anche per la mia pancia!) e ho cominciato a conoscere persone, chiacchierare e fare escursioni in città con loro.

In 3 o 4 giorni le cose essenziali si vedono tutte e si fa qualche esperienza. Sono stato fortunato a partecipare casualmente un festival al parco vicino all’ostello, dove abbiamo assistito al concerto degli One Direction locali.

Alla fine di questo primo blocco di circa una settimana mi sono spostato verso nord, ma questo è un altro racconto e sarà un altro video.

Mezzi utilizzati: aereo, metro sotterranea, metro sopraelevata, ferry, bus locale, tuk tuk e ovviamente i miei piedi
Persone incontrate: Accel da Lima, Jade da Las Vegas, Mason da Los Angeles, Sai indiano da Melbourne, una coppia di ragazzi delle marche, una coppia di francesi, un tot di tedesche e austriache
Cibo mangiato: pad thai (verdure e uova), noodles con le verdure, mango sticky rice, cose non meglio identificate
Posto più bello visitato: Loha Prasat a Bangkok (tempio), bellissima atmosfera e vista sulla città

Come è possibile permettersi di viaggiare così a lungo?

Mi ero sempre fatto questa domanda prima di concepire questo viaggio. Ho sempre pensato ci volessero moltissimi soldi e magari una famiglia alle spalle che ti permette di vivere di rendita.

In realtà leggendo le esperienze di altri viaggiatori e imprenditori ho scoperto che non solo era possibile per chiunque, ma abbastanza semplice (magari non facile, ma semplice!).

Per potersi permettere un viaggio così lungo le chiavi sono tre.

  1. Spendi meno (e con più saggezza)
  2. Guadagna di più
  3. Guadagna anche quando non sei al lavoro (ovvero guadagna in modo intelligente)

In altre parole occorre mettere da parte un po’ di soldi creando un bilancio positivo (- spese + guadagni) e fare in modo che almeno una parte di soldi continuino ad arrivare.

Ecco come ho fatto io.

1. Spendi di meno

Per qualcuno è molto naturale, per altri un’impresa ardua. Io sono sempre stato una formichina, ma la svolta l’ho avuta leggendo “I segreti della mente milionaria” e poi seguendo il relativo corso, ed applicando una gestione precisa dei miei soldi (quelli che T. Harv Eker chiama i “barattoli”).

Decidendo che percentuale dei miei guadagni avrei speso e risparmiato in anticipo ogni mese, magicamente sono riuscito a fare più cose ed avere dei risparmi. Con questa consapevolezza anche eventuali rinunce pesano meno!

2. Guadagna di più

Bisogna darsi da fare, non c’è dubbio! Per alcuni può essere più facile per altri apparentemente impossibile, ma la chiave è prima di tutto psicologica (e su qusto i libri di Jim Rohn e Brian Tracy mi hanno molto aiutato): se aumenti la tua autostima e decidi di dare più valore a quello che fai e alle persone con cui lavori potrai ottenere di più.

Io l’ho fatto aiutando le persone con l’attività di formazione LinkedIn e decidendo di fare più giornate d’aula al mese. Nel 2018 questo ha significato molto stress…ma anche un grande ritorno!

3. Guadagna anche quando non sei al lavoro

Visto che sto citando libri e autori, qui non si può non parlare di Robert Kiosakji e dei “Quadranti del cashflow”. In sintesi si può decidere di vendere il proprio tempo per denaro – quello che io faccio con la formazione – oppure di investire il tempo per costruire qualcosa che continui a fruttare nel tempo.

Il network marketing è oggi l’attività più accessibile ed efficace per fare questo, purché si lavori con i giusti partner e…guarda caso, ci si impegni!

Mettendo insieme questi 3 aspetti per me è stato possibile creare dei risparmi sufficienti per coprire il viaggio, ma anche avere la serenità di continuare ad avere un cashflow positivo mentre viaggio.

Serve testa, serve lavoro, serve pianificazione, è vero. Ma ne vale la pena? Dal mio punto di vista è un sì al 100%!

C’era bisogno di un blog?

Avrei potuto viaggiare e tenere per me le esperienze di viaggio.
Oppure avrei potuto usare Instagram e Facebook per condividere qualche immagine e qualche riflessione (che comunque uso a questo scopo).

E invece ho pensato di avviare questo blog, ma non perché credo che sia così importante seguirmi: la prima spinta è sì egoistica ma non narcisistica.
Scrivere serve a me, ma amo rendere accessibile quello che scrivo per prendermi un impegno, darmi delle regole e magari ispirare qualcuno

Ho avuto il primo blog nel 2004, sotto pseudonimo (era l’epoca di Splinder): un’esperienza bellissima che mi ha dato molti amici che sento ancora oggi.
Poi ho scritto su blog multi autore, blog aziendali e infine nel 2013 ho avviato il blog su LinkedIn che ha dato il via al mio business nella formazione.

Insomma, scrivere e scrivere su un blog fa in qualche modo parte di me, e volevo che facesse parte di questa esperienza.

Avrò il coraggio di farlo?

Non ho fatto l’Erasmus e nemmeno l’Interrail d’estate.
Non sono partito per un lungo viaggio dopo la laurea e non ho mai fatto grandi viaggi. E non mi è mai pesato più di tanto non aver fatto queste esperienze.

Affermavo sempre “amo viaggiare”, eppure ero sempre a casa.
Ok, c’è stato un periodo in cui non avevo la possibilità economica.
Poi quello in cui non avevo tempo e anche quello in cui non avevo compagnia.
Se c’era una cosa che non mi mancava erano sicuramente le “scuse”!

Nel 2014 ho scritto nella mia lista dei 100 sogni “fare un viaggio di più di un mese.
Nel 2016 ho cominciato a pensare all’idea di un periodo sabbatico.
Da lì è partito un lungo lavoro, prima di tutto su me stesso, perché ho scoperto che il primo ingrediente per realizzare un sogno e accettare di meritarselo.

C’è anche stata la fase di “test”: weekend lunghi in Europa, per provare a viaggiare da solo, con uno zaino in spalla, dormendo in ostello.

In 2 anni ho quindi lavorato su più livelli: quello psicologico, quello economico, quello della pianificazione del viaggio, ed ora sono pronto ad iniziare l’avventura: il 23 gennaio parto per 16 settimane in Sud Est Asiatico. Da solo, con un bagaglio a mano sulle spalle.

A lungo mi sono chiesto se, visto il mio passato, avessi veramente avuto il coraggio di farlo.
Sia chiaro, in senso assoluto non sto facendo nulla di così eccezionale! Tanta gente viaggia a lungo, molto più a lungo, in condizioni più difficili e compiendo delle vere imprese.
Ma questa per me è un’avventura che rappresenta una conquista importante.

Sarà la prima tappa di un intero anno sabbatico (che potrebbe proseguire in Sud America e in Africa) o l’unico lungo viaggio di questo anno?
Questo oggi non lo so, e non è nemmeno importante.