Ho compiuto 40 anni un mese fa, esattamente 30 giorni.
Una delle ragioni per cui sono tornato dal Sud Est Asiatico era festeggiare il compleanno con la famiglia e gli amici qui, visto che si trattava di uno di quelli importanti.
Prima di partire per il viaggio a gennaio l’idea del cambio decade mi spaventava, o per lo meno non mi rendeva felice. Sentivo di non essere “in pari” con la mia età.
Ma il periodo sabbatico mia ha completamente riallineato e mi ha permesso di arrivare al mio compleanno sereno e felice.
Grazie alle esperienze fatte in questi quasi 6 mesi di viaggio ho imparato a guardare all’età in modo diverso e ho fatto così tante cose per me memorabili che è cambiata la percezione dei miei primi 40 anni.
E ho festeggiato come si deve! Un festone di quelle da ricordare per anni con gli amici. O forse da dimenticare per quanto ero fuori, eheh
Quando programmavo il mio anno sabbatico immaginavo di ripartire dopo il mio compleanno, a ottobre.
Ma questo post, oggi che è il 12 ottobre, lo sto scrivendo da casa.
Ed quindi è questo il momento per ragionare su cosa mi porto a casa da un’avventura che, almeno per ora, si è conclusa.
L’amore per il Sud Est Asiatico
Sì, lo sento come una seconda casa ora. Me ne sono innamorato e sarà sicuramente la meta di prossimo viaggio importante.
Le persone, il clima, il buddismo e l’induismo, il cibo, il mare, la natura, i viaggiatori, il basso costo della vita: sono solo alcune delle ragioni che mi hanno fatto amare quella parte di mondo che denigravo fino a qualche tempo fa. Incredibile!
Sensibilità ambientale
Ok, ora è molto trendy, e forse questo mi ha influenzato. Ma vedere l’inquinamento che c’è in alcuni di questi paesi, e l’atteggiamento così inconsapevole verso alcuni atteggiamenti non sostenibili mi ha toccato molto. E cambiato.
Relazioni superficiali e profonde allo stesso tempo
Sembra un controsenso ma è così. Tra viaggiatori si sviluppano amicizie molto rapidamente (o antipatie altrettanto rapidamente) che però sanno essere così profonde: tipo migliori amici per una giornata. E’ stato così bello trovare tante persone con cui condividere le emozioni del viaggio. E poi perderle. E qualcuna anche ritrovarla.
Cittadino del mondo
Non ho mai avuto molta difficoltà a sentirmi a mio agio in posti lontani da casa, ma ora questa capacità di adattamento si è molto sviluppata. Da camminare scalzo in un tempio buddista in Birmania a mangiare per terra con le mani in una casa umile in un villaggio in montagna in Laos a camminare per le strade trafficate di Bangkok: in ciascuno di queste situazioni mi sono sentito e mi sento appropriato. Paradossalmente appena tornato in Italia mi sono sentito meno appropriato a Milano…
L’inglese senza barriere
Le mie capacità linguistiche sono senza dubbio un po’ migliorate, ma soprattutto si è impennata la serenità nell’utilizzare l’inglese con chiunque, anche se la mia pronuncia non è la migliore del mondo e ogni tanto (spesso) sbaglio qualche frase.
Ho finalmente capito davvero che quello che conta è comunicare, e viaggiando non ho mai avuto problemi a farlo con chiunque e ovunque. Per me, vale oro.
Dipendenza dall’avventura quotidiana
Una sensazione che non vorrei finisse mai: svegliarsi ogni giorno in un paese diverso, esplorarlo, visitare un nuovo posto, organizzare un’escursione, fermarsi un po’ di più se piace e quasi poi dispiacersi di dover partire. Una vita vissuta giorno per giorno come non avevo mai fatto prima e come vorrei continuare a fare.
Una maggiore profondità
No, non sono andato a ritrovarmi in Tibet e non ho fatto un viaggio spirituale. Ma vivere con me stesso al 100% ogni giorno mi ha portato più in profondità a conoscermi, a gestirmi e anche a tenermi alla larga da alcuni schemi mentali in cui mi capitava di cascare
Un fidanzato
Tra i cambiamenti più inattesi c’è anche questo. Aver trovato l’anima gemella in Indonesia ed ora viverci insieme a Varese, almeno per un po’.
Forse ora questo è il vero viaggio!
Nostalgia?
Forse sì, leggendo questo post sembra che stia guardando all’avventura di quest’anno con malinconia.
In parte è vero, perché mi sembra già così lontano.
Ma in realtà ho due pensieri che mi donano un sorriso continuo.
La gratitudine immensa per quello che ho potuto fare.
E la certezza che non sarò più quello di prima, che sono e sarò sempre un viaggiatore.
Ho cambiato vita per un po’ prima dei 40 anni.
Ma a 40 anni sono cambiato per la vita.