Nel viaggio precedente ho girato come un pazzo. Sì, davvero troppo, soprattutto dovendo sempre organizzare e decidere tutto da solo. E alla fine, per quanto bellissimo, è stato un po’ stressante.
Questa nuova esperienza si sta sviluppando in modo diverso, come qualcuno mi ha detto “sembra più una vacanza”.
Un po’ è perché sono in un posto “da vacanza” dove c’è anche di meno da visitare.
Ma un po’ anche perché sto cercando di trovare un nuovo ritmo diverso da quello precedente, un ritmo più umano e che sia più bilanciato tra posti da vedere ed esperienze da fare.
Quante volte quando ero in Laos, o Vietnam o Myanmar ho pensato “ah, se potessi stare qui qualche giorno in più!” (salvo poi sentirmi “lento” e in colpa quando stavo a lungo in un posto…).
Qualche giorno ero davanti ad un bivio di questo tipo: avrei dovuto lasciare Bali per Lombok con un traghetto notturno.
Potevo dirmi soddisfatto di Bali: 3 posti di mare (Kuta, Canggu e Padang Bai), Ubud e le zone limitrofe, campeggio libero in montagna con vista vulcano (attivo), belle persone conosciute e buon cibo mangiato.
Ero pronto per correre verso la nuova tappa, Lombok.
Ma davanti alla possibilità di fermarmi 3 giorni in più a Bali, tornando con Antony a Canggu, che è il posto che ho preferito non è stato facile decidere cosa fare.
Hai presente quando la testa dice una cosa e il cuore un’altra? Difficile scegliere. Una tecnica che spesso uso è chiedermi: cosa rimpiangerei fra 5 anni? Ma anche a questo non è facile rispondere.
Alla fine ho deciso di posticipare la partenza e godere di qualche ultimo giorno a Bali in buona compagnia.
Perché è meglio vivere qualche esperienza in più e più profonda, e spuntare qualche tappa in meno sulla mappa. O no?