Sì e no.
Il mare, se vai nelle spiagge più famose è un paradiso per surfisti ma praticamente non ci puoi fare il bagno.
Ubud, mitizzata da molti, ha un centro che è un casino infernale.
Allora Bali è brutta? No, affatto!
Ma bisogna assaporarla e lasciarsi prendere dal suo spirito.
Se si va al mare, magari a Canggu, giusto fuori dalle zone troppo affollate di Kuta e Siminyak, le passeggiate all’alba o al tramonto faranno assaporare al meglio il mare pieno di one.
E le ore migliori saranno quelle passate in realx nei barettini sfiziosi, tutti arredati per essere 100% instagrammabili e con proposte salutari.
Se si va a Ubud bisogna scappare subito nelle zone attorno: bastano 500 metri per perdersi tra i campi, terrazzati e no, alcuni più verdi di altri, ma tutti così lussureggianti e punteggiati di deliziose guesthouse e ristoranti.
Una passeggiata per le vie minori fa scoprire innumerevoli case balinesi, tutte con le loro statue induiste e le offerte fuori dalla porta, un piccolo giardino lussureggiante e acqua che scorre.
Con qualche chilometro si arriva facilmente alle cascate, meglio quelle poco conosciute, ideali per rinfrescarsi (anche se Ubud, alla fine, offre sempre un riparo fresco e umido).
Anche la cucina va scoperta una ricetta alla volta: un po’ diversa dalle altre del sud asiatico, non bisogna temere di provare e non si resta delusi (io mi sono innamorato del gado gado!).
Insomma, Bali per me non è quell’incanto che ti spalanca davanti agli occhi immediatamente.
Ma prendendo il ritmo lento dei locali e con la curiosità delle piccole scoperte, Bali è incantevole.